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SALERNO LETTERATURA FESTIVAL 9a edizione

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a cura di Giovanna Ferro

Gli ultimi due giorni, quelli del 25 e 26 giugno, di Salerno Letteratura sono stati intensi e carichi di emozioni. Tanti gli incontri con scrittori. Di seguito ve ne propongo qualcuno.

Daniela Ranieri, antropologa, scrittrice, giornalista del Fatto quotidiano, dove scrive di politica e cultura, presenta il suo ultimo romanzo Stradario aggiornato di tutti i miei baci edito da Ponte alle Grazie.Si tratta del diario di una donna in dialogo costante con se stessa e con il mondo, dal quale emergono ossessioni, il rapporto con l’amore e il corpo, ipocondria e nevrosi. Dalla pandemia di Covid-19 alla vita quotidiana di Roma, tutto viene fatto oggetto di narrazione ironica e burrascosa, ma in special modo le relazioni d’amore: le tante sfaccettature di Eros – l’incontro, il flirt, il piacere, le convivenze sbagliate, la violenza, l’idealizzazione, la dipendenza, l’amore puro – vengono sviscerate nello stile impareggiabile dell’autrice, un misto di strazio, risentimento, ironia impastati con la grande letteratura europea. Grazie a una voce femminile estranea a qualunque cliché, Stradario aggiornato di tutti i miei baci è un esempio originale di abilità narrativa, capacità di osservazione e intelligenza profonda.

 Incontro con Jonathan Bazzi che presenta Febbre edito da Fandango.Il romanzo autobiografico alterna il presente del 2016 al passato del bimbo cresciuto a Rozzano, facendo emergere l’incredibile forza di un ragazzo che vuole vivere e vive, lasciando che la sopravvivenza appartenga a chi non sa di poter andare oltre. Bazzi rivela un talento narrativo capace di fare la differenza, regalandoci una storia di debolezze umane e resilienza, che esula dai giudizi e sposta il baricentro sull’accettazione delle fragilità.Una febbre che arriva un giorno di gennaio e non va più via: costante, spossante. Poi, la scoperta: Jonathan è sieropositivo. La diagnosi dà inizio a un viaggio all’indietro, nella storia del protagonista. La vita difficile in periferia, Rozzano, il desiderio di riscattarsi, di accettarsi. Un esordio di successo. In dozzina allo Strega del 2020, sarà portato presto sullo schermo. La rivelazione di un nuovo scrittore, che racconta al pubblico di Salerno Letteratura il suo cantiere espressivo ed emotivo.

Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e rendono diverso. “

Alessandro Valenti autore di Ho provato a morire e non ci sono riuscito edito da Blu Atlantide, giovane esordiente, vincitore del premio Bagutta Opera Prima. Ho provato a morire e non ci sono riuscito è l’oggetto della mail che Valenti inviò all’editore, con all’interno il testo di questo primo romanzo. L’autore racconta di sé e di quando a 14 anni lui, cresciuto in una bella casa di Verona, conosce su Instagram Emma, sua coetanea che vive in una periferia di Roma. Si innamorano, poi si incontrano. Emma però è cinica, incostante. Moltiplica storie parallele, alcune vere e altre le inventa, e Alessandro ne soffre, ma non si sottrae. La famiglia nel frattempo contrasta l’unione, ma lui imperterrito scappa, si trasferisce a Roma, si inventa una nuova identità pur di stare con Emma. Gira con un coltello in tasca e rischia la morte più volte, si scontrerà con la solitudine, la disapprovazione sociale, la mala romana.Raccontato in prima persona, direttamente dal protagonista, ci permette di immergerci totalmente nella storia. Alessandro racconta e rappresenta al meglio la generazione “millennials”, quella dei primi anni duemila, cresciuta ad Instagram e Tik Tok. Una generazione devastata dai social network, infettata dall’invadente presenza della tecnologia.

Susanna Tartaro, curatrice del noto appuntamento radiofonico sui libri Fahrenheit, nonché responsabile dei programmi culturali di Radio3, autrice di La non mamma edito da Einaudi, in pochi versi, simili agli haiku giapponesi, si mette nei panni di chi i bambini ce li ha davvero, sfidando tutti e rispondendo con questo suo libro a una famosa frase:

“Tu non puoi capire, non hai figli”.”Ma perché non posso capire? È a questo che ho cercato di dar voce”.

Annotato in anni recenti di peregrinazioni tra la città, la redazione, la propria camera da letto, gli appartamenti degli amici, le stanze di albergo, La non mamma è un collage lucido e poetico di haiku, non nel senso rigoroso dei tre versi giapponesi, ma per il dono della semplicità profonda.

Simonetta Agnello Hornby presenta il romanzo Piano nobile edito da Feltrinelli.“Nel mio libro c’è un pezzo di Francesco Durante”dice la scrittrice”Uno dei pochi intellettuali puliti che abbia conosciuto. Non è stato l’unico, ma è sicuramente la persona alla quale sono stata più legata”. La AgnelloHornby, ha voluto ricordare così Francesco Durante, per anni direttore artistico del festival, prematuramente scomparso. E il lavoro di Durante, le sue ricerche, il suo impegno etico profuso nella cultura, sono stati alla base di una porzione importante del suo ultimo libro, Piano nobile, presentato nell’atrio del Duomo, secondo volume di una trilogia iniziata con Caffè amaro e che vedrà in libreria a ottobre Punto pieno.“Le famiglie sono famiglie, e chissà ancora per quanto impediranno, nasconderanno, confonderanno.Una maestosa trilogia dal sapore siciliano. Questo secondo episodio inizia dall’estate 1942 in cui è in atto la II guerra mondiale fino alla metà degli anni cinquanta. La storia di una famiglia siciliana nobile, i cui componenti sono della discendenza baronale Sorci, che vede finire un mondo e nascerne uno nuovo. Un romanzo a più voci come in un concerto in cui i personaggi principali del capitolo danno la loro personale versione dei fatti attraverso memorie, testimonianze che sottolineano l’animo umano fatto di gelosie, vendette, ripicche e passioni.Sulla copertina del romanzo c’è ritratta l’immagine della nonna materna della scrittrice Maria Caramazza, il dipinto fatto dal pittore Francesco Camarda, la cui frase è presente nel libro: “Esprime la sua effettiva intesa capacità di carpire l’animo di chi ritrae”.

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 Incontro con i finalisti Naoise Dolan, Edouard Louis, Elvis Malaj del Premio Salerno Libro d’Europa accompagna il festival fin dalla prima edizione. La terna dell’edizione 2021 Premio, sottoposta alla lettura della giuria popolare, è composta da: Il mare è rotondo , edito da Rizzoli di Elvis Malaj, Tempi eccitanti edito da Atlantide di Naoise Dolan, Chi ha ucciso mio padre edito da Bompiani dÉdouard Louis. La scelta è caduta su tre giovani autori assai diversi tra loro, un francese, una irlandese e un italo-albanese, tutti, seppur giovanissimi, già riconosciuti oltre i confini nazionali e capaci di trattare temi forti con una personalità stilistica già sorprendente.

Autilia Avagliano presenta Din Don Down! La storia di Alberto e della sua famiglia che imparò a volare con lui, edito da Marlin.

“Il dispiacere iniziale dovuto alla nascita di un figlio con sindrome di Down, che si trasforma via via in forza da utilizzare per contribuire, a proprio modo, a rendere il mondo un po’ più adeguato per tutti, anche per chi, apparentemente, non sembra omologabile in prototipi di bellezza o di performance predeterminate

dice la scrittrice, mamma di Alberto. La Avagliano inizia a scrivere questo libro come analisi introspettiva del suo essere madre di un figlio con disabilità. Allo sconcerto iniziale alla nascita, è subentrato poi, col passare degli anni, una sempre maggiore consapevolezza di quanto sia in salita il percorso di una persona con disabilità, di quanto sia distante una vera inclusione sociale, scolastica e lavorativa, confermata da mille esperienze che enfatizzano le diversità piuttosto che appiattirle. Ma giorno dopo giorno, quella stessa disabilità ha fatto sempre più spazio alla Persona e non alla sua condizione, persona capace di esprimere sentimenti fuori dal comune che gioiosamente travolge e insegna e che, piano piano, capovolge i ruoli, insegnando a vivere e a cogliere l’essenza stessa della vita.Gli introiti saranno donati dall’autrice a favore di progetti d’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down nell’ambito dell’APDD, Associazione Persone con Sindrome di Down e Disabilità intellettiva.

 Incontro con Natale Rossi, autore di Poema di mare e di migranza edito da BertoniNella prefazione si legge:

… Mediterraneo, testo in versi, è poema che respira l’atmosfera tragica delle abbaglianze, delle speranze (o spiranze) e degli esiti dei flussi migratori”. E poi: “Nei paesi d’origine, la lotta alla fame, la fuga dalla guerra, dai cambiamenti climatici che desertificano, e, a volte lo strapparsi dalla schiavitù, la ricerca della sopravvivenza, il diritto alla vita, spingono masse di uomini, neri, e non, ad abbandonare i luoghi della propria cultura e interiore storia collettiva. Si cedono al mercato della migranza, sono captati da quello clandestino della tratta degli uomini e dei loro organi. Per le donne, spesso fanciulle e ragazze che partono per aiutare le famiglie, violenze e stupri, schiavitù e prostituzione non hanno verbo per narrarli. E poi il mare, il mar è Mediterraneo”.

Il poema manifesta il disagio per una realtà inaccettabile dalle poliedriche sfaccettature disumane.L’autore di Mediterraneo cerca di svegliare le coscienze umane ricordando i principi universali dell’umanità, in antitesi con le strumentalizzazioni demagogiche che alimentano un odio razziale mai sopito.Alla fine della prefazione, il professor Rossi spiega:

Per questo, Mediterraneo, poema di mare e di migranza’ ama coloro che in qualsiasi parte del mondo si trovino, sono in affanno per la ricerca di una loro identità, per la libertà di espressione, per il diritto alla vita, a vivere dove vogliono. In Dio, se si vuole, con Dio. Senza dio.

Maria Rosaria Selo presenta L’albero di mandarini edito da Rizzoli.La storia attraversa il Novecento come un’onda terribile e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.Fortissime le figure femminili che emergono dalle pagine del romanzo: Maria, Nunzia, Severina. Ma anche Pupella, prostituta affettuosa e materna; Elena, sorella di Maria, così diversa e determinata; Rosa, la figlia rinnegata di Severina, cresciuta in collegio; Silvia, la figlia amata, che soccomberà al dolore più grande che una donna possa sopportare. E le bimbe di Maria, Livia, Flavia e Rosaria, l’ultima nata che assorbirà su di sé tutte le contraddizioni, le angosce e i tormenti familiari. Ma su tutte si staglia Severina, dura e affilata come un diamante, cattiva, perfida. Un ruolo disegnato con grande forza. Donne indurite dai torti della vita, segnate da un destino di infelicità, rassegnate ma mai indomite, anzi per ciò stesso abituate a vivere a voce e a testa alta, senza paura, use a fare a pugni con la povertà. Donne che a volte si portano dentro lacerazioni dell’infanzia, violate da padri abbruttiti dall’alcol e dalla miseria, e da madri schiacciate che voltano il capo dall’altra parte per non farsi massacrare di botte.Il pregio del romanzo sta tutto nella contrapposizione dei personaggi femminili, nel loro riempire le pagine con la forza del proprio carattere.La storia attraversa il Novecento come un’onda terribile e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.

Maria Grazia Calandrone presenta il suo romanzo Splendi come vita edito da Ponte alle Grazieuna lunga lettera d’amore che la scrittrice dedica alla madre adottiva.La prima pagina di Splendi come vita riporta l’articolo tratto da un quotidiano datato 10 luglio 1965 nel quale si racconta la vicenda di Maria Grazia, bambina di 8 mesi, abbandonata dalla madre nel parco di Villa Borghese. Dopo il gesto disperato, la madre decise di togliersi la vita annegandosi nel Tevere e il padre la seguì nello stesso tragico destino. Maria Grazia venne dapprima affidata alle balie del brefotrofio di Villa Pamphili, poi felicemente adottata dai coniugi Calandrone. Il racconto di Maria Grazie parte dal momento in cui, a soli quattro anni, la madre le racconta della sua adozione. La “caduta nel Disamore”, così viene chiamata dalla protagonista, corrisponde al momento in cui tra lei e la madre adottiva si insinua una sottile distanza che, giorno dopo giorno, le allontana. Equivoci, accuse e sgarbi si sommano tra loro a definire un distacco incomprensibile, nato da una colpa mai compiuta. Una donna allo specchio, una poetessa, trova le parole esatte per dire il suo crescere al mondo, con tenacia, irriverenza, gioia e abbandono.

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Simona Lo Iacono autrice di La tigre di Noto edito da Neri Pozza. Simona Lo Iacono ha romanzato una delle storie più belle, e meno conosciute, dell’Italia civile. È la vicenda di Marianna Ciccone. Siciliana di Noto, Marianna si laurea in Matematica e poi in Fisica alla Normale di Pisa, unica donna del suo corso. Prosegue gli studi in Germania; e la conoscenza del tedesco giocherà un ruolo determinante nella sua vita. Tornata in Normale salva,seppellendoli, i libri della biblioteca dell’Istituto di Fisica dalle razzie della Gestapo e presidiare quel che restava dell’edificio dopo i bombardamenti, affrontando con fermo ciglio i soldati tedeschi. Il suo coraggio di cittadina e di scienziata fu così ripagato da una Nazione solitamente prodiga di onori: nonostante due abilitazioni a professore ordinario, le fu sempre negata la cattedra, in quanto donna. Sarebbe importante se questo libro desse avvio a un risarcimento postumo. La vita di Marianna Ciccone torna a noi grazie al ritrovamento di una lettera datata 1944 e firmata Luigi Russo, allora Rettore della Normale di Pisa.L’incontro con la scrittrice segna l’avvio della collaborazione tra Salerno Letteratura e Città della Scienza / Fondazione IDIS, in vista dell’edizione 2021 di Futuro Remoto.

Maurizio Serra autore di Amori diplomatici edito da Marsilio. Dopo le biografie di Malaparte e D’Annunzio, insignite rispettivamente di un Premio tre movimenti, la cui materia è un mondo, la diplomazia, che l’autore conosce dall’interno, essendo stato ambasciatore.Di quel mondo, Serra restituisce il senso di sradicamento, il nomadismo, la melancolia, la noia dell’attesa, la violenza dissimulata dietro rituali e protocolli, ma anche la stilizzazione estrema dell’esistenza imposta dal ruolo.L’ambasciatore Serra debutta nella narrativa con tre storie “a tema”, fra professione e passioni.

 Lo scrittore salernitano Manlio Castagna conosciuto per la saga di Petrademone ci racconta due delle sue ultime produzioni letterarie pubblicate da Mondadori: La notte delle malombre, romanzo di successo che narra la storia vera, potente, dimenticata della più grande sciagura ferroviaria europea, avvenuta in una galleria di Balvano il 3 marzo del 1944. Un libro che ci riporta nella vita quotidiana dei ragazzi a Salerno e a Napoli durante la seconda guerra mondiale, mescolando verità storica e spunti narrativi fantastici. La seconda opera è un manuale di cinema per ragazzi intitolato 116 film da vedere prima dei 16 anni, una guida illustrata splendidamente per scegliere i film giusti da vedere divisi per tema e per fascia d’età, con testimonianze di grandi protagonisti del cinema italiano contemporaneo.

  Jhumpa Lahiri autrice americana, nata a Londra da genitori bengalesi, presenta Il quaderno di Nerina edito da Guanda. Chi è Nerina? L’autrice dello scritto, la sua destinataria, la musa o semplicemente il titolo attribuito al testo? Parte da questo ritrovamento il racconto in versi di una donna che è l’alter ego dell’autrice, ma che vive di vita propria in queste pagine. Apolide, poliglotta e colta, la scrittrice ricorda gli studi classici, si sofferma sul rapporto con le parole e sulle relazioni familiari. Scrivendo in italiano, sua lingua di adozione. Entrando per la prima volta nella sua casa romana, l’autrice fa spostare un’antica scrivania, un mobile imponente, con il piano d’appoggio di cuoio consunto incorniciato da un bordo di legno. Dai cassetti foderati di carta fiorentina a gigli saltano fuori alcuni oggetti dimenticati dai vecchi proprietari: francobolli, un dizionario greco-italiano, un uncinetto, alcuni bottoni, la ricetta di una dieta e la foto di tre donne in piedi, sorridenti, davanti a una finestra. Infine, vengono ritrovati dei quaderni di diversi tipi e colori, tra cui uno verde con il nome “Nerina” scritto a mano sulla copertina.È questa la circostanza da cui prende il via Il quaderno di Nerina, costituito da 90 liriche ordinate in 7 sezioni.

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Giulio Busi, grande studioso di filosofia del Rinascimento e di mistica ebraica, autore di Indovinare il mondo. Le cento porte del destino edito da Il Mulino, ci conduce in un viaggio tra mito ed esperienza quotidiana, ponendoci di fronte a un tema, la divinazione. solo in apparenza marginale. Dopo quattromila anni di storia, è ancora possibile indovinare il mondo, presentirlo, intuirlo? Presagi, presentimenti, intuizioni e delusioni: indovinare il futuro è una pretesa impossibile o è una facoltà reale, capace di sorprenderci e turbarci?Divinità classiche, eroine della tragedia greca, indovini di antiche dinastie cinesi, saggi dalla millenaria sapienza indiana, visionari dell’Israele antico o contemporaneo, ma anche personaggi della storia recente o del nostro quotidiano. L’autore con questo libro ci fa entrare nella mente dei personaggi, immaginare il contesto in cui accadono i fatti narrati, riflettere sui dialoghi, approfondire le teorie o i concetti esposti e visitare altri mondi.

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SALERNO LETTERATURA FESTIVAL 9a edizione

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Salerno Letteratura Festival 9a edizione

a cura di Giovanna Ferro

Le giornate del 23 e 24 giugno a Salerno Letteratura sono state intense e ricche di eventi. Molti scrittori e scrittrici si sono alternati nelle bellissime location che ospitano il Festival.

Gaia Manzini presenta il suo nuovo romanzo Nessuna parola dice di noi edito da Bompiani in cui racconta la storia di un amore impossibile, della complicata maternità di Ada, della difficoltà a seguire dei binari definiti e del momento in cui invece, almeno in parte, ci si riesce, e il cammino avventuroso di chi deve nascere due volte per conoscere sé stesso

Dio, il lavoro, l’amore, la fedeltà, la famiglia, i figli o la possibilità di averne. Tutto andava in pezzi sul bordo tagliente delle parole.”La vita è il racconto che ne fai – dice l’autrice – essa è sempre pronta ad assumere la forma che vuoi darle nella tua percezione privata, nel tuo vissuto personale, nella narrazione che ne fai a chi ti circonda.”

Ilaria Gaspari autrice di Vita segreta delle emozioni edito da Einaudi, col suo stile originalissimo, senza mai assumere un tono serioso, tra riflessione e narrazione, raggiunge con questo libro il suo ambizioso progetto: provare a ripristinare l’idea, propria del pensiero antico, di una filosofia come arte di vivere, come esercizio volto non a renderci più colti ma più felici, meglio conciliati col nostro demone. E capaci di fare i conti con quelle emozioni che coincidono con la vita stessa. Il tutto, attraversando con invidiabile scioltezza la storia della filosofia e mettendo in gioco e a nudo, amabilmente, i piccoli contrattempi del vivere, la propria biografia, col suo carico di debolezze.”

Le emozioni che abitano dentro di noi ci rendono umani. Fidarsi di quello che proviamo non significa essere deboli o instabili, ma vivi, aperti all’esperienza e pronti a meravigliarsi del mondo.”Pensavo alla frase di Epicuro: “E’ vano il discorso del filosofo che non curi qualche male dell’animo umano, e mi sono detta: proviamo! Ho pur sempre studiato filosofia; tanto vale che metta quello che ho imparato, quello che ho pensato, al servizio di chi vorrà. Ho ascoltato; ho amato piú di prima, perché intorno al mio amore era cambiato, come il panorama quando arriviamo in una radura, il paesaggio delle mie paure.“

Tra venti di guerra internazionali e lotta per i diritti delle donne: siamo in un albergo di provincia, cinque ospiti, un segreto e un intrigo internazionale è la trama del secondo romanzo del salernitano Carmine Mari Hotel d’Angleterre edito da Marlin . Il romanzo si sviluppa tra storia, politica, spionaggio, amore, spinta rivoluzionaria femminile, politica e corruzione in un albergo, a Salerno, immerso un clima internazionale. Al centro della storia un giovane ex disoccupato con ambizioni da giornalista, Edoardo Scannapieco, costretto a sbarcare il lunario come maitre all’Angleterre. Dramma, ironia e suspense si mescolano fra le pagine di Hotel d’Angleterre, romanzo che ha il sapore della piccola storia che s’inserisce nella Grande Storia. Mari racconta un mondo di spie e doppio-giochi.

Gli scrittori trovano spunto dalle cose più inusuali- ci racconta- a me è capitato con la foto di una vecchia cartolina dell’Hotel d’Angleterre. I colori e il tram di una città ormai lontana mi suggerivano un’epoca affascinante: la Belle Époque. Mi è sembrato estremamente suggestivo per imbastire una spy-story: abiti di lusso, progresso tecnologico, effervescenza e voglia di vivere, senza dimenticare le perenni contraddizioni di un Paese spaccato economicamente tra Nord e Sud, il condizionamento della malavita, la miseria delle classi contadine oppresse dal latifondo, la fame e l’emigrazione.”

Caterina Soffici presenta il suo libro Quello che possiedi edito da Feltrinelli, un romanzo che ha al centro due donne, il loro dolore e il loro coraggio. Clotilde, ottantadue anni, una vita di ricchezza e privilegi e sua figlia Olivia, in piena crisi di mezza età. Protagonista di questo bel romanzo è un segreto, terribile, che Clotilde trascina con sé fin da quando è bambina. La paura, il dolore, l’ossessione e la musica che faceva da sottofondo a tutto ciò. Neanche una volta cresciuta e spostatasi questo segreto l’abbandona e diventa anche più violento.Una storia di ribellione e riscatto che è anche l’occasione per raccontare una città e il segno di una violenza che resta nel tempo.

“Troppa bellezza ammazza i luoghi e chi li abita.”

 Nel suo ultimo libro, Valerio CallieriFurie edito da Feltrinelli racconta esistenze violate, trasferendo la rabbia dalla vittima al lettore. Cosa accade dopo un abuso? Esiste un carnefice privo di un passato di persecuzione? Quanto ogni volta che subiamo un’ingiustizia riusciamo a domare le forze antiche che abitano l’animo umano? E immagina, raccontando una storia a più livelli, l’azione delle Furie, che connettono mito classico a immaginario dantesco: un gruppo misterioso che punisce gli uomini accusati di violenze sessuali. Un libro da forte impatto.

 Incontro con Vincenza Alfano autrice di Perché ti ho perduto, edito da Giulio Perrone, un romanzo liberamente ispirato alla vita di Alda Merini. E’ un libro molto particolare, quasi una biografia fantastica e romanzata che racconta l’incredibile vita di una delle più note poetesse italiane. Una storia unica di amore e follia. Una vita che sembra uscita da un grande romanzo ottocentesco nel quale l’amore, sempre devastante, imprigiona corpo e mente fino al divoramento. Si tratta della dolorosa storia d’amore tra Alda Merini, appena sedicenne, ma già conosciuta come la poetessa dei Navigli, e dello scrittore, più attempato, sposato e padre di una bambina, Giorgio Manganelli. Due grandi menti che potevano essere destinate a una storia indissolubile, ma nella quale, invece, ha prevalso un terrore così profondo che ha distrutto ogni cosa. Manganelli, attratto dalla giovane poetessa, sentiva però che su di loro aleggiavano ombre oscure. Impaurito, preferì abbandonarla scomparendo in quella famigerata fuga che da Milano, in lambretta, lo portò a Roma dove visse fino alla morte. Ma non si accontentò di lasciarla, cercò anche di convincere la giovanissima Alda che poteva imparare a essere felice senza di lui, magari con un nuovo amore. Era troppo giovane Alda, troppo innamorata. Non le restò che soccombere. Un percorso di cadute e resurrezioni. Nulla avviene per lei senza dolore. Ma la poetessa continua ad amare.

Navid Carucci autore di La luce di Akbar, edito da La Lepre, romanzo dell’impero Moghul ambientato nell’Hindostan del XVI secolo ed è un testo che, a cavallo tra la finzione e la Storia, affronta temi sempre attuali: il dibattito religioso, la natura del potere, il dialogo tra civiltà diverse e la difficoltà ad accettare l’eredità dei padri. Franco Cardini, nell’introduzione, scrive chequando riusciremo a riappropriarci di quest’immensa cultura, allora il brigantaggio perpetrato dalla Modernità colonialista sarà battuto. Ogni pagina è una sorpresa: siamo trascinati fra sottilissime dispute teologiche e raffinate dolcezze del vivere, marce militari e città incantate che quasi stordiscono.“È strano[…]Tu ti senti bloccato perché tuo padre t’ingombra la via, io mi sento perso perché il mio non me l’ha indicata. Forse i padri sono destinati a sbagliare in ogni caso.

L’autrice italo-giapponese Laura Imai Messina presenta Le vite nascoste dei colori, edito da Einaudi in cui racconta l’ Estremo Oriente.

Nero mezzanotte con una punta di luna, indaco che sa di mirtillo, giallo della pesca matura un attimo prima che si stacchi dal ramo: Mio sa cogliere e nominare tutti i colori del mondo. Ha appreso l’arte dei dettagli invisibili guardando danzare ago e filo sui kimono da sposa, e ora i colori sono il suo alfabeto, la sua bacchetta magica, il suo sguardo segreto. Aoi, invece, accompagna le persone nel giorno più buio: lui prepara chi se ne va e, allo stesso modo, anche chi resta. Conosce i gesti e i silenzi della cura. All’inizio sembra l’amore perfetto, l’incanto di chi scopre una lingua comune per guardare al di là delle cose. Ma il loro incontro non è avvenuto per caso.”

 

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Con Maestre d’amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre, edito da Einaudi, Nadia Fusini torna alla saggistica con un’opera dedicata all’amore, come si legge nella ouverture “convocando a madrine le donne – sì, le donne, alle quali Dante attribuisce uno spontaneo intelletto d’amore” aggiunge. Non è nuova a parlare d’amore anche in pagine di narrativa: ricordiamo il bel romanzo epistolare “L’amore necessario” o nel più recente “Maria” in cui l’amore fa male.”

Anglista, scrittrice, filosofa la Fusini ha un’idea alta della letteratura, quando è veramente grande, è una vera e propria chiave di accesso alla realtà. L’amore è tra gli oggetti conoscitivi più sfuggenti. Platone gli dedica un dialogo, il Simposio, in cui l’ultima parola l’affida a Diotima, la sacerdotessa di Mantinea, verso la quale Socrate si mostra singolarmente remissivo. È allora che forse comincia la storia della donna come intelletto d’amore e come depositaria di un segreto precluso alla parte restante dell’umanità. L’autrice accompagnerà il lettore nelle tragedie e nelle commedie di Shakespeare come fossero scene della vita, anche se è consapevole nello stesso istante di vivere la gioia della letteratura, senza sosta dentro e fuori dagli intrecci e dalle trame per vedere che ne fa la letteratura della vita.

Vero Ghero autrice di Femminili singolari edito da Effequ in cui mostra in che modo una rideterminazione del femminile si possa pensare a partire dalle sue parole e da un uso consapevole di esse, vero primo passo per una pratica femminista. L’autrice, esperta di comunicazione digitale e conosciuta anche per il suo forte impegno nella divulgazione attraverso i social,esplora e decostruisce le certezze della comunità linguistica italiana mettendo in luce come la lingua contribuisca a perpetuare stereotipi e pregiudizi, aprendo allo stesso tempo all’innovazione e alla sperimentazione.Sindaca, architetta, avvocata: c’è chi ritiene intollerabile una declinazione al femminile di alcune professioni. E dietro a queste reazioni c’è un mondo di parole, un mondo fatto di storia e di usi che riflette quel che pensiamo, come ci costruiamo. La Ghero smonta, pezzo per pezzo, tutte le convinzioni linguistiche della comunità italiana, rintracciandone l’inclinazione irrimediabilmente maschilista.

 Vivere è pericoloso, ma la felicità esiste, parola di Luc Lang, presentando il suo ultimo libro La tentazione, edito da Clichy. Vincitore del Prix Medicis 2019, Lang ha scritto un volume potente che è la storia di un mondo che precipita, fino a far diventare la realtà opposta al nostro pensiero.

L’idea di La tentazione mi è venuta immaginando un cervo che mi tagliava la strada. Una specie di visione. Lì ho iniziato a pensarci sopra ed è nata questa storia”.

Ed è proprio il cervo a diventare il simbolo di una scelta tra l’abisso e la rinascita. Il protagonista è Francois, chirurgo cinquantenne e amante della caccia. Un giorno si trova davanti un enorme cervo e colpito dalla sua bellezza, spara ma non lo uccide. Tema centrale è il sublime, incarnato da una natura selvaggia, quella che ci sommerge e ci spinge a rendere possibile la nostra capacità di trovarla nelle cose”. Ma gli spunti di riflessione sono tantissimi. A partire dai complessi rapporti tra padri e figli. La tentazione è la storia di un mondo che precipita, un vecchio mondo dove tutto improvvisamente si sgretola e si incendia, e di un nuovo mondo che sorge, dove tutto ciò che si credeva non conta più, dove ogni riferimento salta e dove la realtà ci appare improvvisamente opposta a ogni nostro pensiero.

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SALERNO LETTERATURA FESTIVAL 9a edizione

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Salerno Letteratura Festival 9a edizione

a cura di Giovanna Ferro

Le giornate lettererarie continuano a Salerno.

Lunedì 21 e martedì 22 i magnifici luoghi, che accolgono i maestri della scrittura, hanno visto sfilare altri grandi nomi della letteratura.

Incontro con Gianluca Nativo autore di Il primo che passa edito da Mondadori. Il suo romanzo d’esordio è la storia di una dolorosa e ingenua iniziazione sessuale, un coming of age nervoso e febbrile, ma è anche il racconto potente di un amore giovane, in una Napoli sempre combattuta fra squallore e grazia. Non è solamente il racconto di un risveglio sessuale, ma anche, e soprattutto, la ricerca affannosa della propria identità in un contesto sociale e culturale che mal sopporta tale diversità.

“Le esperienze fondamentali di una vita possono contarsi sulle dita di una mano. Nel dito di poco più di un anno era cambiato tutto. Ero stato capace di concentrare in pochi mesi emozioni che andavano distribuite con calma nel corso di una qualsiasi adolescenza mi ero costruito un’identità senza programma, senza mai riconoscermi in niente se non nelle persone che sfilavano davanti al mio desiderio.”

Liliana Bellone presenta Il Libro di Letizia. Romanzo di Capri edito da Oèdipus. continua la storia di Sulle tracce di Elena, del 2018, in cui si racconta l’incredibile vita di Elena Hosmann, argentina. Letizia Cerio de Álvarez de Toledo, figlia di Edwin ed Elena, è una donna colta ed elegante, che frequenta salotti e centri culturali tra Capri, Parigi, Buenos Aires, pittrice, giornalista, disegnatrice di tele ed arredi. In questo romanzo confluiscono e si sviluppano non solo le trame familiari, ma anche le strategie narrative di una letteratura che si muove agilmente tra la realtà e la finzione, la scrittura saggistica e quella creativa.

“Il colore della ripartenza? Me lo immagino verde, ha raccontato la scrittrice e giornalista Daria Bignardi prima di ricevere il bagno di folla a largo Barbuti. 

Oggi faccio azzurroedito da Mondadoriil suo ultimo e settimo romanzo, in cui muove con maestria i suoi protagonisti in una storia di amore e di mancanze, di separazione e di luce. L’amore perduto e la vita da ritrovare, guardando il cielo: Galla ha perso il suo grande amore, il marito Doug, che l’ha lasciata improvvisamente dopo vent’anni di vita insieme. Si sente colpevole per questo, colpevole di essere stata abbandonata, responsabile del proprio stesso dolore e delle mancanze che l’hanno generato. Un giorno entrata per caso in un museo che ospita una mostra di Gabriele Münter, artista tedesca che fece parte del gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij, Galla viene colpita profondamente dalla visione dei suoi quadri così pieni di colore e di gioia. Ne viene ipnotizzata.

Nella stanza c’erano solo due ragazzi francesi in pantaloni corti che studiavano i dipinti su vetro appesi alle pareti. Mi ero voltata da ogni parte per capire da dove arrivava la voce e l’avevo sentita di nuovo. «Mi chiamo Gabriele, come l’arcangelo» aveva detto, «ma qui in Germania è un nome da donna. Il tuo invece che razza di nome è?»

Dice la Bignardi: Il dolore passato è passato, lascia le cicatrici ma anche il sollievo di esserne usciti. Visto da fuori, fa l’autore con i suoi personaggi, può essere anche comico, ma mentre lo si vive è insopportabile. Non é mai un buon momento per lasciarsi”

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Un romanzo di formazione Io e Mr Wilder, edito da Feltrinelli, quello di Jonathan Coe, ospite in streaming all’atrio del Duomo, uno dei più formidabili autori britannici, capace di raccontare sentimenti, generazioni, vita privata e vita pubblica, scrivendo per tessere l’autobiografia di tutti .Coe si racconta:

Era il 1975, quando vidi il suo film La vita privata di Sherlock Holmes in Tv. Avevo quattordici anni. L’ho guardato perché ero un fan di Sherlock Holmes, non perché fossi un fan di Billy Wilder. Non avevo mai sentito parlare di Billy. Poi ho iniziato a pensare tra me e me: questo è meglio di Conan Doyle. Wilder aveva ricreato un perfetto Sherlock Holmes. C’era la storia ma aveva aggiunto tanto altro: umorismo, soprattutto, ma anche una vena di malinconia che trovavo molto attraente. Anche la colonna sonora, di Miklos Rozsa, era così bella!”. 

Il suo libro è un atto d’amore per il cinema, oltre che per un suo protagonista Billy Wilder, che in sé stesso rappresenta Hollywood, la celebrità, il genio, ma anche il Novecento, il nazismo, la Shoah, la fuga di tanti verso l’America.

Incontro con Giuseppe Catozzella che presenta il suo romanzo Italiana edito da Mondadori, che dice:

Ci sono i personaggi storici che vengono citati sui libri di testo come i punti cardine degli avvenimenti di una Nazione, e poi ci sono i tanti – innumerevoli – volti che la Storia invece l’hanno fatta lottando nel buio e nel silenzio. Senza di loro oggi noi non saremmo quelli che siamo.”

Maria Oliverio, meglio conosciuta come Ciccilla, è uno di questi volti che hanno combattuto per liberare tutti noi, ed è la protagonista del romanzo. La storia di questa donna rappresenta l’altra faccia dell’Unità d’Italia, spesso dimenticata. Insieme a lei si sogna, si soffre, si provano grandi delusioni e momenti di rabbia. Il coinvolgimento è totale per chi ha conosciuto grandi ideali e ha lottato per questi, oltre ogni confine regionale o nazionale.

“Volevamo fare un’Italia unita per davvero. Un’Italia che doveva trovare la sua unità nell’uguaglianza dei braccianti e del popolo, da nord a sud e non in una guerra infame che ha trattato la parte conquistata come Cristoforo Colombo ha trattato gli indiani. Volevamo scegliere di essere italiani.”

Piera Carlomagno, giornalista e scrittrice di gialli presenta Nero Lucano edito da Solferino: una Matera invernale e inquietante, di straordinario fascino tra tempeste e gravine, fa da sfondo a una corsa contro il tempo sulle tracce di un serial killer implacabile. Il magico Sud e le sue donne forti, dai Sassi di Matera alle vie dei calanchi e alla Val d’Agri dei pozzi di petrolio e delle pale eoliche, la convivenza tra il senso dell’arcaico e l’anelito alla modernità sono il contesto, in una Basilicata invernale e inquietante di tempeste e gravine, in cui si snoda la fitta trama gialla di Nero lucano.

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Emozione e responsabilità: sono queste le parole chiave che usa per raccontarsi Camilla Boniardi, autrice di Per tutto il resto dei miei sbagli edito da Mondadori. Conosciuta come Camihawke su Instagram, è una content creator seguita da 1,2 milioni di persone ed il suo primo romanzo è un bestseller.

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Ho provato emozione e responsabilità nel tentare di regalare al mio pubblico un lieto fine – ha detto – Ed è emozionante pensare come alla fine la vita privata ci accomuna tutti. L’amore è declinato in forme simili ed è sempre bello sentire che è la storia di ognuno di noi”.

 E’ amata da molti giovanissimi, che sicuramente troveranno nel suo romanzo d’esordio tantissimi punti in comune con le proprie esperienze personali. Ritroviamo un po’ di Jane Austen e un po’ di Sally Rooney nel racconto di Marta, che parla d’amore senza mai dimenticarsi della realtà, dove, mentre ondeggiano tra lacrime e sorrisi, i personaggi si abbandonano a profonde riflessioni e a coinvolgenti momenti di autoanalisi.

Gianni Solla presenta il romanzo Tempesta Madre edito da Einaudi: la madre è il centro di tutto, di tutti i suoi perché e delle mancate risposte, avere in dono una madre “che ti piove dentro come una tempesta, che ti allaga e riempie, che non ti concede tregua, che ti carica come una molla e ti lancia come un boomerang, in attesa dei continui ritorni e di nuovi cieli da fendere, con tutto l’amore disperato di cui una donna è capace quando è disperatamente infelice. Jacopo è un bambino che ascolta Cajkovskij, scrive poesie “mature” sulla carta gialla delle braciole, nella cella frigorifera della macelleria di suo padre, che forse sogna di vestirsi da supereroe a Carnevale e non metter più baffetti da Hitler, vive la sua infanzia tra la Napoli bene e il Rione delle Mosche, dentro ha un mondo troppo vasto per contenerlo interamente.Un romanzo che si fa poesia e che accarezza il cuore, che ci insegna che Tutti i grandi sono stati bambini ma non è vero che solo in pochi se lo ricordano. Lo ricordano tutti e a volte serve soprattutto per diventare adulti diversi, adulti migliori.

Eventi

SALERNO LETTERATURA FESTIVAL 9a edizione

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Salerno Letteratura Festival 9a edizione

a cura di Giovanna Ferro

Venerdì 18 giugno si è aperto il Salerno Letteratura Festival.Nel magico scenario dell’atrio del Duomo di Salerno, ad inaugurare la prima serata della nona edizione è il Premio Nobel per la Letteratura Olga Tokarczuk .

“La cultura rende liberi. È una sorta di enorme contenitore pieno di idee e immagini da cui incessantemente traiamo la nostra forza”

Polacca, 59 anni, la scrittrice Olga Tokarczuk ha ricevuto il Nobel per la Letteratura 2018, consegnatole nel 2019.In un discorso pubblico ha denunciato l’antisemitismo e il colonialismo della storia polacca. Ha rifiutato la cittadinanza onoraria della Bassa Slesia, la regione polacca dove vive, per non condividerla con l’altro premiato, un vescovo ostile all’omosessualità. Di recente ha firmato, tra l’altro, un appello a Putin per la salute dell’oppositore Aleksej Navalny, in carcere:“Da sempre sostengo ogni appello per porre fine alle persecuzioni”Identità e metamorfosi sono i temi principali della sua scrittura.Tokarczuk debutta nel 1989 con la silloge di poesie Miasta w lustrach, mentre la sua prima opera in prosa è Podróż ludzi księgi, uscita qualche anno dopo.È tra le scrittrici polacche più tradotte nel mondo, è stata finalista al National Book Award e nella sua carriera ha vinto numerosi premi, tra cui il Man Booker International Prize 2018 con I vagabondi (titolo originale Bieguni, pubblicato da Bompiani con la traduzione di di Barbara Delfino). I vagabondi è un’opera che mescola generi e stili diversi, raccontando molteplici storie che danno vita a un testo dal quale emerge il senso del peregrinare degli uomini sulla terra.La prima casa editrice italiana ad accorgersi di lei è e/o, che nel 1999 pubblica Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli, in seguito proposto da nottetempo con un nuovo titolo, Nella quiete del tempo, con il quale la scrittrice si aggiudica uno dei più prestigiosi riconoscimenti polacchi, il Premio della Fondazione Koscielski.Casa di giorno, casa di notte (Fahrenheit 451), Che Guevara e altri racconti (Forum), L’anima smarrita (TopiPittori) e Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (nottetempo) sono le altre opere dell’autrice che possono essere lette in italiano.I suoi libri affrontano temi come l’appartenenza, le radici, il viaggio e l’attaccamento ai luoghi. Le sue storie, spesso ambientate in territori a cavallo tra la Polonia, la Repubblica Ceca e la Germania, hanno qualcosa di mitologico ed esistenziale, e invitano chi legge all’introspezione e alla riflessione.

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